Brava, tieni duro e stai al tuo passo. Certo gli acciacchi rendono il tutto, già difficile, ancora più arduo. Ma la soddisfazione di avercela fatta sarà immensa.
Io ho fatto la mezza 3 anni fa, preparata da sola un po’ così. Ma con tanta voglia di arrivare in fondo. Ce l’ho fatta, in 4 vergognose ore, prendendomi anche un temporale estivo che mi ha inzuppata completamente. Ma non ho smesso. Tutto funzionava, non avevo dolore, era solo fatica. I primi km fantastici, in mezzo alla gente, gli amici che li perdi subito perchè giustamente ognuno va al suo passo, i curiosi della domenica, le strade bellissime di Verona, poi il temporale che vedi avvicinarsi e non puoi fare niente per evitarlo, ma alla fine mi diverte, è un’emozione in più. Acqua dappertutto che mi rinfresca e piano piano si asciuga col calore del corpo. La sofferenza vera arriva intorno al 18°, rallento parecchio, i piedi si alzano poco da terra, sento di avere una vescica. Inizio a saltare i punti di ristoro…non ho più sete e rallentare per bere mi distrae e so che se mi fermo non ripartirò più. Dei compagni corridori intorno al 20° mi forzano a prendere al volo del Gatorade, lo faccio ma riesco appena a berne poche gocce. In fianco a me una ragazza è anche lei alle cozze e ci incitiamo a vicenda a non mollare proprio alla fine. Io sento che tutta la parte inferiore del mio corpo sta cedendo. Anzi, dalle anche in giù, praticamente non lo sento più, è come se fosse un blocco unico che si muove per inerzia, i piedi quasi si trascinano ed ogni passo è una conquista. Mi fa male tutto, così non riesco a concentrarmi su un dolore particolare. SO che sto facendo una cazzata nel continuare perchè il mio corpo è decisamente stanco e me lo sta dicendo in tutti i modi, ma la mia testa non molla. L’adrenalina non circola nemmeno più nei muscoli, ma solo nel cervello, che mi ripete non puoi mollare, non puoi nemmeno camminare. Perchè se cammino mi fermo, non riesco a rallentare e se mi fermo non mi muovo per almeno 10 minuti. L’ultimo km la mi amica di follia rimane indietro. Mi dispiace, ma non posso aspettarla. Vedo il cartello dell’ultimo km e inizio a ridere, poi a piangere. Credo ancora di non farcela perchè sto praticamente trascinandomi e la distanza diventa infinita. Voglio mollare ma mi sento stupida. Stupida se mollo, stupida se continuo. Beh, tanto vale, allora continuo. Un altro pensiero mi attraversa la testa: non lo farò mai più nella mia vita. Questa è la prima e l’ultima, quindi tanto vale finirla. Passo il traguardo, sono praticamente una delle ultime, stanno sbaraccando tutto. Lascio che le gambe si fermino molto molto lentamente, come una ruota che perde giri, come se fossero fragilissime. Poi mi fermo e piego il tronco in avanti, mi accascio sfinita, non parlo, lascio scendere le lacrime, insieme alla fatica. I miei amici mi chiedono se sto bane e prima che chiamino i medici riesco a fare un sorriso e dire: tutto bene, sono un po’ stanchina.
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Di: Lostgirl
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